“Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro,
ogni famiglia infelice è infelice a suo modo”
Lev Tolstoj
È risaputo quanto la malattia oncologica provochi conseguenze destabilizzanti dal punto di vista psicologico nella vita dei pazienti, ma essa provoca anche grandi ed importanti conseguenze e cambiamenti all’interno della famiglia cui i pazienti appartengono.
L’impatto della malattia sul nucleo familiare, infatti, ha implicazioni enormi: l’intera famiglia viene letteralmente investita dall’evento e dalle connotazioni negative legate alla malattia, con conseguenti notevoli ripercussioni sulle relazioni intrafamiliari e sull’equilibrio della struttura familiare stessa. Il cancro evoca immediatamente il fantasma della morte e racchiude in sé un senso di minaccia, di colpa, di disperazione, per cui è possibile considerare la malattia come un vero e proprio evento familiare stressante, come una “malattia familiare”, più che come una patologia dell’individuo singolo.
Il percorso che la famiglia percorre insieme al paziente, indipendentemente dall’esito positivo o negativo delle cure, si presenta certamente come un evento trasformativo di grande significato. Le problematiche conseguenti alla malattia incidono nell’ambiente familiare con caratteristiche differenziate a seconda delle varie fasi della diagnosi, della terapia e del reinserimento sociale. Gli effetti di una malattia inaspettata come il cancro sull’organizzazione familiare non sono mai perfettamente prevedibili; le reazioni della famiglia possono variare a seconda dello stadio del ciclo di vita in cui essa si trova al momento della diagnosi e, soprattutto, al significato che la famiglia stessa attribuisce all’esperienza della malattia.
Ogni famiglia ha una propria modalità di gestire la salute e la malattia, la sofferenza ed il dolore, ed è proprio da questa modalità che potranno dipendere l’adattamento alla nuova condizione e la gestione della malattia stessa.
FASI DI RISPOSTA. Nell’ambito delle dinamiche familiari, al momento di una diagnosi di cancro, è possibile riconoscere alcune specifiche fasi di risposta nei componenti del nucleo familiare, tali fasi sono assimilabili e, per certi versi, complementari a quelle attraversate anche dal paziente.
La prima fase che la famiglia inizialmente attraversa può essere definita di shock in cui prevalgono sentimenti di incredulità e di angoscia relativi al tipo di diagnosi e ai fantasmi di sofferenza e morte che essa evoca.
Successivamente a questa prima fase troviamo una fase dal carattere maggiormente operativo e dominata contemporaneamente da meccanismi di razionalizzazione e di negazione, dalla ricerca di terapie e di strutture di supporto e dall’esecuzione di ulteriori indagini cliniche che possano eventualmente ridurre il pessimismo diagnostico. Segue una fase di accettazione attraverso cui si opera una rielaborazione a livello mentale e cognitivo del problema con la tendenza a ricercare anche una tipologia supporto emozionale di tipo psicologico o religioso. È durante questa ultima fase che solitamente le dinamiche intrafamiliari raggiungono un nuovo equilibrio.
RESILIENZA FAMILIARE. La resilienza può essere definita come “la capacità di ritornare alla forma o alla posizione originale dopo essere stati piegati, schiacciati o sottoposti a tensione, come pure la capacità di superare le avversità, sopravvivere allo stress e riprendersi dopo un momento di difficoltà” (Valentine, Feinauer, 1993).
Le famiglie, dunque, così come gli individui, possono affrontare stress e difficoltà uscendone rafforzate oppure possono crollare sotto il peso degli eventi.
Le famiglie resilienti sarebbero caratterizzate da atteggiamenti positivi nei confronti degli eventi, humour, capacità di essere flessibili partendo da ruoli definiti ed autorevoli, stile comunicativo che non nega gli aspetti critici e le difficoltà ma li condivide nella ricerca di soluzioni comuni, spiritualità e capacità di mantenere nel tempo spazi stabili per attività condivise e routine comuni. Inoltre esse hanno la forza di ammettere il proprio bisogno di aiuto e sono capaci di utilizzare totalmente le risorse della famiglia allargata, degli amici e dei servizi disponibili.
SOSTEGNO PSICOLOGICO. All’interno di un quadro di cambiamento e di sofferenza di questo tipo, è evidente come un supporto e un sostegno di tipo psicologico e psicoterapeutico possano essere di grande aiuto non solo nel paziente affetto dalla malattia ma anche e soprattutto per i suoi familiari e per tutti coloro che vivono le trasformazioni e le difficoltà che la malattia comporta.
Il sostegno psicologico per il paziente malato oncologico è di fondamentale importanza in quanto si sviluppa come un vero e proprio accompagnamento nel percorso e nelle diverse fasi della malattia, per poterle affrontare con maggior serenità e controllo.
Gli obiettivi terapeutici per i componenti della famiglia variano invece a seconda delle esigenze personali partendo da un sostegno emotivo durante la fase di diagnosi ed arrivando ad un aiuto concreto nell’eventuale necessità di elaborazione di una perdita o di un lutto.
Dott.ssa Margherita Benni - Psicologa
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