COSTITUZIONI IRIDOLOGICHE

LE COSTITUZIONI IRIDOLOGICHE

 

La valutazione del colore di fondo e della caratteristica costituzionale rappresenta, in iridologia, un’analisi molto importante.
Per valutare la costituzione iridologica occorre esaminare il colore di base, ovvero il colore dell’intera struttura dell’iride.
La costituzione rappresenta una vera e propria predisposizione a livello congenito che definisce le tendenze della persona.
Vi sono tre colori di base: quello chiaro (definito come linfatico-fibrillare), quello scuro (definito come ematogeno) e quello intermedio (definito come misto).

Le costituzioni iridologiche possiamo schematizzarle come segue:
• LINFATICA
• IDROGENOIDE
• MISTA
• EMATOGENA
• GHIANDOLARE
• NEUROGENA
• DEBOLEZZA DEL TESSUTO CONNETTIVO

LINFATICA

La costituzione linfatica appartiene alla colorazione fibrillare, quindi un colore di fondo chiaro, una tonalità basilare di blu-azzurro con possibili varianti. Individua solitamente persone dai toni chiari, pelle chiara, capelli chiari ecc. (persone che per esempio si abbronzano con difficoltà). Avremo tendenzialmente un sangue molto fluido con un tasso di linfociti maggiore e sono comunque persone che tenderanno a reagire dinamicamente alle infezioni.

IDROGENOIDE

La costituzione idrogenoide (che potremmo definire anche come sottocostituzione linfatica) ha sempre un colore di base dominante verso l’azzurro orientabile con verde-grigio, comunque sempre tonalità chiara. Le fibre cominciano ad essere più spaziate, perciò una trama un po’ più rilasciata, che denota un inizio di tendenza alla demineralizzazione. Vi sarà un’acidosi più pronunciata e di conseguenza si perderà quell’equilibrio neuro-vegetativo che distingue la costituzione linfatica. Il segno principale che contraddistingue la costituzione idrogenoide è rappresentato dalla presenza di fiocchi bianchi (detti anche tofi) che ricoprono in misura più o meno intensa l’intera superficie dell’iride.

MISTA

La costituzione mista apparirà con una colorazione che può variare dal nocciola al bruno all’arancio e ci darà l’indicazione di una costituzione biliare-pancreatica. Quindi l’apparato digerente sarà quello più delicato ed anche uno dei bersagli di tendenza anche a livello di possibili sofferenze gastro-intestinali.

EMATOGENA

La costituzione ematogena apparirà con una colorazione marrone scuro con la sensazione di tessuto vellutato; il termine ematogeno deriva appunto da “produttore di sangue” e in effetti, al contrario della linfatica (dove si ha un sangue fluido) qui avremo un sangue più denso, più spesso. Più la colorazione sarà scura e più il sangue sarà spesso. Di conseguenza le possibili tendenze del soggetto ematogeno saranno dirette verso situazioni epatiche e cardiovascolari con predisposizioni a frazioni grasse (come il colesterolo) soprattutto nelle costituzioni fisiologiche carboniche o pletoriche.

GHIANDOLARE

La costituzione ghiandolare rappresenterà appunto una delicatezza del sistema ghiandolo-ormonale.
In questo caso la colorazione di base potrà essere sia chiara che scura (quindi una derivazione sia linfatica che ematogena o mista) ma con la presenza di alcune ogive a sequenza tutte visualizzabili nella zona dell’anello endocrino; ovvero accostate alla parte esterna del collaretto.

NEUROGENA

La costituzione neurogena si evidenzia dalla presenza di fibre serrate, chiuse, ravvicinate, ipertoniche, tese. Caratterizza una ipersensibilità del sistema neuro vegetativo con persone che tenderanno ad alternare fasi di eccitazione nervosa ad altre di vero e proprio crollo emotivo.

DEBOLEZZA DEL TESSUTO CONNETTIVO

La costituzione debolezza del tessuto connettivo presenta una trama completamente diradata se non destrutturata, accompagnata da una serie di ogive diffuse in tutta la superficie dell’iride. Ogive che partono dal collaretto e quasi sempre terminano alla periferia dell’iride stessa. Questo rappresenta un segnale di debolezza energetica, di perdita minerale a livello dei tessuti con tendenza a un vero e proprio cedimento fisiologico (ad esempio distorsioni dei legamenti, iperlassità generale, cedimento dei tessuti di sostegno ecc.) e chiaramente una forza vitale minima.